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Eva Olcese - Matteo Valentini

Fil Rouge | Antigone. Monologo per donna sola


Secondo giorno di Intransito al Teatro Akropolis, (per approfondire clicca qui): in scena Fil rouge del Collettivo L’Amalgama e Antigone. Monologo per donna sola di e con Debora Benincasa (Anomalia Teatro).

Sin dalla prima occhiata la serata sembra dominata dall’elemento femminile: sei personaggi, sei donne. Sarebbe però riduttivo considerare i due spettacoli legati solo da un elemento “di genere”. La solitudine, la difficoltà di comprendere più che di comunicare, l’eroismo, quello più manifestamente classico e quello invece quotidiano, sono i ponti che sembrano unire questi due spettacoli, distanti invece per tipo di intensità (elegiaca quella de L’Amalgama, carnale quella di Benincasa), oltre che nel rapporto con il pubblico e con lo spazio.

Fil rouge - a cura di Eva Olcese

Cinque donne sul palco vi mettono in soggezione? Perché è quel che ha fatto il collettivo Amalgama: ha portato in scena cinque personalità femminili.

Un condominio variegato in età e contesto: le attrici, conosciutesi alla Civica Accademia Nico Pepe, amalgamano cinque storie per rappresentare con un fil rouge le varie sfumature del mondo femminile.

Un'artista di fronte a un amore; una figlia napoletana che si prende cura della madre anziana; una ragazza che si autodiagnostica la paura patologica della fine ; un'adolescente innamorata di un’ombra; una moglie compassionevole verso “un grassone da urlo”. In scena solo cinque sedie e un tavolino, le protagoniste si siedono e attorno a una tazza di tè corretto si mettono a nudo: si analizzano a vicenda, probabilmente spesso non si capiscono e ridono delle reciproche scelte, ma se ne stanno lì, una affianco all'altra. Un coro di voci asincrone ma dotato di una forza unica, Fil rouge non solo è uno spettacolo riuscito perché le attrici sono drammaturghe di se stesse (e chi meglio di una donna sa parlare dell’universo femminile?), ma anche perché è capace di commuovere il pubblico - senza distinzioni di genere - grazie al suo intreccio di vari registri. Paradossalmente a convincere di meno è il primo monologo che, tratto da un racconto di Raymond Carver (Grasso), viene arricchito forse un po’ eccessivamente rispetto al minimalismo dell’autore statunitense, mentre a conquistare il cuore del pubblico sono le parti di sceneggiatura originale, nei loro lati tragicomici: la potenza della voce di Angelica Bifano che ci parla della vana attesa di un gesto d’affetto dai propri genitori e la ruvida fragilità di Clara Roberta Mori con la sua omegafobia.

Antigone. Monologo per donna sola - a cura di Matteo Valentini

La donna sola, Debora Benincasa, accoglie e provoca gli spettatori che ritornano in sala dopo la pausa. È allungata sopra a un piccolo palchetto rialzato e in posa plastica ripete “Guardatemi città di Tebe”, interrompendosi di continuo, chiedendo pareri a chi è costretto a passarle di fianco per sedersi al proprio posto. Il magnetismo della sua recitazione riempie la sala ancora prima che per i presenti lo spettacolo sia iniziato: si crea un dialogo di reazioni tra attrice e pubblico e la quarta parete cade con leggerezza, senza produrre il rumore consueto.

La riduzione della vicenda di Antigone a monologo è realizzata con intelligenza: Benincasa narra il ciclo tebano con ritmo, immaginario, sguardo cinematografico e televisivo. I suoi riferimenti sono le produzioni hollywoodiane degli ultimi trent’anni (da Rocky a Kill Bill a Forrest Gump), i successi della musica commerciale e le serie tv ormai di culto. Il pubblico raccoglie la sfida delle citazioni, ride, si rilassa di fronte a Benincasa che sbeffeggia la tragica ingenuità di Giocasta e di Edipo.

Si consuma la linea del tempo e la narrazione, insieme all’uso del corpo e della mimica, acquisisce toni amari, adirati, inquietanti, patetici, a volte adolescenziali e retorici (in cui maggiormente è avvertita l’influenza di Anouilh). Un esempio di quest’ultimo punto è l’appassionata, ormai quasi classica, evocazione degli eroi letterari e contemporanei che Benincasa affianca ad Antigone: Ettore, Ilaria Cucchi, Don Chisciotte, Giuliano Giuliani, non eroi “dritti sulle loro navi”, ma anch’essi eroi bambini che per senso di giustizia, caparbietà o onore, combattono una guerra già persa, animati forse e di nascosto da una qualche segreta speranza.

Tra le righe di un teatro energicamente teso verso la contemporaneità, è forse l’antico monito euripideo “Chi dispera è un vile” a ritrovare, in entrambi gli spettacoli, tutta la sua presenza.

Teatro Akropolis, rassegna Intransito

Collettivo L'Amalgama, Anomalia Teatro

Venerdì 17 novembre

Durata: 55' (Fil rouge), 60' (Antigone. Monologo per donna sola)

oca, oche, critica teatrale
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