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Roberta Desderi - Francesca Torre

Again/ByNow | Nuovo Eden


Dopo un veloce volo alla Commenda di Prè, Martedì 13 Novembre l'O.C.A. torna al Teatro Akropolis per la nona edizione di Testimonianze Ricerca Azioni: ad attenderci due spettacoli di prosa, fra loro molto differenti - l'uno si ispira a La fattoria degli animali di Orwell e richiama Ionesco nei toni, l'altro attraverso l'uso di pupazzi, maschere e videoproiezioni tesse il racconto di una vita -, ma accomunati da un richiamo e uno sguardo critico sulla società italiana.

Again/By Now | Una ripetizione al limite dell’esasperazione

Recensione di Roberta Desderi

Giulia Olivari e Michele Pagliai in Again/ByNow

Ci siamo mai chiesti quante volte possiamo ripetere le stesse parole in contesti diversi? Giulia Olivari e Michele Pagliai ce lo mostrano in Again/ByNow, portando avanti lo stesso schema retorico per cinquanta minuti. Una ripetizione che sfiora il limite dell’esasperante, ma che in qualche misura si rende testimone della mancanza di significato di molte discussioni, quotidiane e non. Uno spettacolo che ricorda il teatro dell’assurdo di Ionesco: protagonista - non stupisce - una coppia totalmente incapace di comunicare. Numerosi i richiami al contesto politico-sociale contemporaneo italiano, a tratti privi di una profondità critica.

Personaggi grotteschi, abbigliati in modo apparentemente casuale, elementi scenografici minimi rendono ulteriormente palese l’impronta tragicomica del testo stesso. I cambi scena accompagnati da musiche, che sembrano dedicate a un pubblico tutto italiano, fortunatamente riescono ad alleggerire il perpetuo ripetersi della stessa situazione. Ma il finale, così come l'intero spettacolo, non genera stupore: messo in scena dai due interpreti all'interno del pubblico, ripropone ulteriormente ciò che gli spettatori hanno già visto in scena, senza nessuna aggiunta significativa. Una riflessione postmoderna al confine tra il nonsense e la moderna consapevolezza della mancanza di significato che domina il mondo massmediale.

Testo di ReSpirale Teatro

Con: Giulia Olivari e Michele Pagliai Regia: Veronica Capozzoli

Aiutoregia: Debora Binci, Emanuele Tumulo Disegno Luci: Federico Cibin Prodotto da: ReSpirale Teatro, Con il sostegno di: Festival Asti Teatro 36 In collaborazione con: Teatro dei Mignoli Con il contributo di: Unione Reno Galliera, Teatro Comunale Castello d’Argille e Mulino di Amleto Teatro

Nuovo Eden | Le maschere di Jessica Leonello per raccontare una società che cambia

Recensione di Francesca Torre

Jessica Leonello e un suo puppet in Nuovo Eden

«Il paesaggio siamo noi». E ancora: «Ma sono i luoghi che cambiano le persone? O le persone che cambiano i luoghi?» Queste le domande del prologo, affidato a una videoproiezione che introduce il pubblico in questo “nuovo Eden”: una città industriale del nord Italia convertita al terziario. Una città incarnata magistralmente dal primo personaggio che incontriamo, in una sorta di anteprologo: un indiano dall'accento bresciano, addetto alle pulizie nel non-luogo di un centro commerciale.

Si apre così lo spettacolo di Jessica Leonello prodotto da Chronos3 con la regia di Manuel Renga. Fin da subito è chiara la scelta di una particolare cifra stilistica a partire dalla commistione di più linguaggi scenici: le maschere del teatro di figura si alternano alle videoproiezioni di Nicola Zambelli, che a più riprese si inseriscono all'interno della narrazione come parte integrante e con la funzione di agevolare l'interprete nei cambi di costume.

La storia, semplice e lineare, ha come protagonista un uomo in età avanzata che, risvegliatosi improvvisamente dopo quindici anni di coma a seguito di un incidente ignoto, ripercorre la propria vita alla ricerca del figlio e di un mondo che ha lasciato e che, suo malgrado, non esiste più. Eppure è proprio la storia a costituire il punto debole del prodotto teatrale: lo spettacolo sembra voler puntare soprattutto sulla descrizione di un ambiente e di una società in rapido mutamento. Il pubblico non riesce invece ad affezionarsi ai personaggi, davvero poco approfonditi, che si avvicendano sulla scena uno dopo l’altro - salvo alcuni momenti in cui hanno modo di incontrarsi grazie alla straordinaria abilità di Jessica Leonello, unica interprete, nel guidare e maneggiare il puppet.

Un passato nostalgico, personificato da Dolores (drag queen in declino, più concentrata sull’autocommiserazione che inserita nella vicenda), ha ormai lasciato spazio al presente di una società liquida e multietnica. Passato e presente possono ricongiungersi solo nella figura di Cesare. Fungono da cornice i personaggi bidimensionali presenti nella componente multimediale: primo tra tutti il bigliettaio del cinema Nuovo Eden che, oltre a spiegare la scelta del titolo della pièce, è testimone del netto declino della pornografia a favore di un cinema d’essai poco frequentato. Il vecchio Cesare, habitué della sala a luci rosse, si ritrova “costretto” a vedere Il cielo sopra Berlino di Wenders, scelta non casuale che ritorna nell’epilogo.

La mano di Renga si riconosce nella scelta dello spazio su cui far muovere i personaggi: un grande parallelepipedo girevole capace di risolversi in diverse soluzioni sceniche. Anche il contributo della musica non passa inosservato. Ad alimentare l’atmosfera onirica e allo stesso tempo malinconica ci pensano alcuni brani tratti dalla colonna sonora, opera di Nino Rota, de Le notti di Cabiria di Fellini, chiaro richiamo, inoltre, allo stretto legame tra i personaggi e il cinema.

Uno spettacolo godibile e senza troppe pretese, costellato da troppe tematiche poco argomentate, ma nel complesso interessante.

Di e con Jessica Leonello

Regia: Manuel Renga

Video: Nicola Zambelli

Scene: Mario Leonello, Mario Barnabi, Manuel Renga

Con il sostegno di Residenza Idra Brescia, Verdecoprente Residenze Artistiche, ASM Brescia

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oca, oche, critica teatrale
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