La ex ceramica Vaccari di Santo Stefano Magra (SP) è un meraviglioso reperto di archeologia industriale che nel complesso arriva a coprire una superficie di oltre 180 mila metri quadrati. Negli anni Cinquanta era la più grande fabbrica di ceramiche d’Europa. Poi il declino e la definitiva chiusura nel 2006.
Questa la location d’elezione della sesta edizione di Fisiko!
Appena si varca la soglia e si entra nell’immenso piazzale, si è pervasi da un senso di attesa, fiducia e possibilità: qualcosa accadrà, e sarà qualcosa di bello.
Fisiko! è il Festival progettato da Associazione Fuori Luogo con direzione artistica di Maurizio Camilli, promosso da Gli Scarti, Balletto Civile e Scena Madre. La dichiarazione di intenti del festival parla di un luogo dove giovani e giovanissimi artisti possano presentare i propri lavori a fianco ad affermate compagnie della scena nazionale e internazionale, senza la paura di sbagliare e in una commistione di generi che vada al di là della danza: parola, suono, corpo, azione, pensiero, narrazione, luce, visione.
La giornata di sabato 23 luglio si apre con GAME-SET-MATCH, lavoro di e con Elena Ballestracci, liberamente ispirato a Open, autobiografia di Andrè Agassi. Sola in scena, la giovanissima artista spezzina sembra farsi carico della persona e del personaggio di Andrè Agassi, bloccato in una strada non scelta, senza possibilità di deviazione rispetto al percorso da altri stabilito per lui, mentre palline da tennis rotolano negli spazi dello skate park, site specific della performance.
Nello spazio Acim assistiamo a CO-EXIST, narrazione che indaga la relazione tra due persone e l’interagire dei loro corpi (in scena Martina e Camilla Orlandi, coreografia è di Konstantinos Kranidiotis)
Si torna in esterno – dove l’asfalto bollente del piazzale restituisce il calore dell’ennesima giornata di sole – per Paesaggio d’interni, produzione Balletto Civile, creazione degli artisti in scena.
Due sedie e un tavolino in primo piano e un tram abbandonato sullo sfondo sono gli scenari, che verranno abitati in un’alternanza narrativa, dalle due coppie di danzatori sempre presenti in scena, evocatrici di mondi opposti: la patinata, ironica, forse un po’ snob, talvolta ingessata, coppia Francesco Gabrielli e Giulia Spattini – impeccabili nei loro completi da tennis – che dà corpo e agisce la relazione su dialoghi tratti dal film Io e Annie di Woody Allen e la più problematica, istintiva e inquieta – ma vedremo poi nel finale quanto le differenze, scesi sotto la superficie, siano destinate ad assottigliarsi sino all’annullamento – coppia Emanuela Serra e Maurizio Camilli, che per noi danza e vive sulle note di Bjork e dell’immaginario aperto dalla sua musica. Mondi opposti, si diceva, ma simili dinamiche relazionali, riunite nel “carillon contemporaneo” finale in cui, per tutti, è difficile non riconoscersi.
È la galleria d’arte contemporanea Cardelli & Fontana che ci accoglie per ÉTOILE. In scena Stefano Vercelli, drammaturgia di Rita Frongia.
Bellissima la figura di sé che l’attore evoca e offre con semplicità e forza al pubblico, leggero e sempre sensuale, lasciando intravedere e riconoscere in controluce la propria grande storia attoriale, attore dell’Odin Teatret e di Jerzy Grotowski, capace di muoversi tra profondità infinite con delicatezza, capace di farsi per lo spettatore varco, portale verso un altrove lontano, un mondo di pura poesia. Étoile, come una stella.
Talvolta ci si confonde.
Penso di addormentarmi su una stella e mi risveglio in una stalla.
È realmente successo, il successo?
Ci si confonde.
Dove mi metto? Dove sto?
Non è mica uguale se sto qua o se sto là. Se metto un piede qui, sono dentro o sono fuori?
Vediamo se piove.
Un piede lì.
Piove.
Una mano là. Piove anche qua.
Piove fuori, piove dentro ma non saprei dire qual è il dentro e qual è il fuori.
Non distinguo tra en dehors e en dedans.
Sono un’étoile cadente? Lo spettacolo senza eguali di una stella che muore?
Così – allegramente – meco ragiono e dico fra me pensando:
se cado non sono una stella, tutt’al più una fiammata, un detrito di passaggio.
A rimirar le stelle ci si confonde, così meco ragiono:
di tutto questo girar senza posa, cosa rimane?
A che tante facelle? Che fa l’aria? Finisce? È finita?
Rimane solo che piove?
A seguire, negli spazi Calibratura, HAMLET PUPPET, di Balletto Civile.
È lo spettro del padre il protagonista dello spettacolo, è lui che muove la mente di Amleto, che la penetra, la riempie di suoni, parole, immagini, predisponendola perché si compia l’azione, perché si avvii e consumi la tragedia.
Quattro i fuochi/postazioni, spazialmente separati, che lo spettatore ricondurrà a un’unica narrazione: la voce (il Padre interpretato da Michela Lucenti), il corpo di Amleto (Michele Calcari), la mente, che si concretizza nelle immagini proiettate sullo sfondo (Giorgina Pi), l’ambiente sonoro (la chitarra distorta e i suoni di Paolo Spaccamonti).
E mentre nel finale il padre attraversa lo spazio scenico, ieratico, composto, inarrestabile, lo spettatore ripercorre ciò che ha visto, sentito in un’unica , arrivando, forse, a ricomporlo e comprenderlo.
Ancora una volta impossibile non ammirare le doti canore e vocali, oltre che danzanti, di Michela Lucenti, creatrice di questa ballad-performance che, al di là della vicenda di Amleto, apre interrogativi “sull’essenza della vita e dell’arte, sul senso dell’essere eredi”.
Idiota politico, produzione di Balletto Civile/Associazione Fuori Luogo apre (e poi chiuderà) la serata di domenica. E ora una piccola confessione da parte della scrivente: mi sono imbucata anche alla seconda replica. La bellezza del corpo di Monica Bianchi è stata una calamita, e non ho potuto resistere: ero dentro, Idiota politico, prima e seconda replica. Tutto si è ripetuto, la partitura è stata rispettata, ma un leggero spostamento rispetto alla prima replica, impercettibile e pure determinante, ha reso lo spettacolo più omegeneo, intellegibile, spontaneo e giocato con leggerezza. Ironia e gioco sono emerse grazie anche all’intensa e profonda comunicazione tra i due performer in scena, e a un Enrico Casale, regista e attore teatrale prestato alla danza, officiante della scena, sempre in ascolto e in contatto con il pubblico.
Natura morta con gioco è l’intelligente e curato lavoro che Cristiano Fabbri realizza a partire da una lettura di Quattro Quartetti di T. S. Eliot.
Una scala di legno e alcune pietre sono gli oggetti reali e simbolici con i quali danzare e giocare, indagando significati, tentando risposte, abbandonando e riprendendo il proprio corpo, morbido, disponibile, reattivo.
Ultimo appuntamento con The Fall, spettacolo che ha trasportato lo spettatore lontano nel tempo e nello spazio, lasciandolo libero di meravigliarsi e immaginare. Joy Alpuerto Ritter e Hannes Langolf, coreografi e performer in scena, si muovono tra scatole di cartone, con pesantezza, i corpi schiacciati a terra, o con leggerezza, in assenza di gravità, inventando nuove regole e subito infrangendole, attraversando la vita, lo spazio e il tempo, giocandoli a passo di danza.
C’è stato tutto alla ex ceramica vaccari, per questi giorni di festival: spettacoli affermati, studi, artisti internazionali, frammenti poetici, partecipazione, DJ set il sabato sera, punto ristoro, “pubblico vero” a fianco agli artisti e agli addetti ai lavori.
Soddisfatti, riattraversiamo la soglia della ex Ceramica Vaccari: qualcosa di bello è accaduto.
Visti il 23 Luglio 2022 presso ex Vaccari
GAME-SET-MATCH
coreografie Elena Ballestracci
con Elena Balestracci
musiche Apparat, Meute, Elena Balestracci
produzione Balletto Civile/Associazione Fuori Luogo
liberamente ispirato alla autobiografia di Andre Agassi Open
CO-EXIST
coreografie Kostantinos Kranidiotis
ballerine Martina Orlandi, Camilla Orlandi
musica Horizon | Flux compositore Gary Stevenson
PAESAGGIO D'INTERNI
danzato e creato da Maurizio Camilli, Francesco Gabrielli, Emanuela Serra, Giulia Spattini
produzione Balletto Civile
ÉTOILE di Stefano Vercelli e Rita Frongia drammaturgia Rita Frongia con Stefano Vercelli produzione Artisti Drama APS con la collaborazione di Fondazione Armunia
HAMLET PUPPET di e con Michel Lucenti
musiche originali dal vivo Paolo Spaccamonti
immagini Giorgina P
supervisione sonora Valerio Vigliar
disegno sonoro Paolo Panella
disegno luci Andrea Gallo
assistente alla creazione Maurizio Camilli
produzione Balletto Civile, Bluemotion/Angelo Mai
coproduzione blucinQue/Nice in collaborazione con ERT Emilia Romagna Teatro con il sostegno di MIC
visti il 24 luglio 2022 presso ex Vaccari
IDIOTA POLITICO
con Monica Bianchi
con la collaborazione di Enrico Casale
produzione Balletto Civile/Associazione Fuori Luogo
NATURA MORTA CON GIOCO
di e con Cristiano Fabbri
testi da Quattro Quartetti di T.S. Eliot - Cristiano Fabbri
voce Marcella Silvestri
distribuzione Fondazione Teatro della Tosse
THE FALL
ideazione, coreografie e performer Joy Alpuerto Ritter e Hannes Langolf produzione Christine Maupetit con il sostegno di Orsolina28 e Akram Khan Company insieme a Sky Arts un ringraziamento speciale a çukas Steltner e Akram Khan
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