Maurizio Sguotti è tra i fondatori del collettivo Kronoteatro, nato nel dicembre 2004 da un laboratorio teatrale al Liceo Giordano Bruno di Albenga. Tra le altre cose, il collettivo organizza il festival "Terreni Creativi", vincitore del Premio Rete Critica 2017 nella categoria "Miglior progetto di comunicazione". Le risposte alle nostre domande risalgono al 16 maggio.
1) Da un punto di vista umano, cosa ha significato per te la chiusura dei teatri? Come stai vivendo questo periodo di serrata a livello personale?
L’impossibilità di poter lavorare e quindi creare, organizzare, pianificare mi ha fatto vivere diverse sensazioni anche contrastanti tra loro, di cui sicuramente alcune negative. Devo dire però che io e i miei soci di Kronoteatro non ci siamo lasciati prendere troppo dallo sconforto e da subito abbiamo cominciato a ragionare su soluzioni possibili e progetti futuri per non trovarci impreparati nel momento della possibile ripartenza.
2) Sapresti quantificare - in termini economici o con altri parametri oggettivi - la perdita subita (da te personalmente e/o dal gruppo in cui lavori) da quando è iniziata questa chiusura?
In questi mesi di interruzione delle attività per la Compagnia Kronoteatro non ci sono state entrate perché si è interrotta l’attività di giro e quindi la vendita degli spettacoli. Inoltre sono stati sospesi i nostri laboratori di formazione e con la sospensione della stagione teatrale invernale non ci sono state entrate neanche dalla vendita dei biglietti. Diciamo che, in termini di percentuale, questi tre mesi andranno a incidere per il 25/30% in meno sul fatturato annuale, e non si vedono miglioramenti vicini.
3) Qual è concretamente la situazione attuale? Cosa si sta muovendo, quali sono le prospettive?
Noi in questo momento siamo in attesa del protocollo che regoli le procedure da seguire per la realizzazione degli eventi di spettacolo dal vivo, sia all’aperto che al chiuso. Quando avremo queste notizie capiremo come regolarci rispetto al nostro festival estivo "Terreni Creativi", alla stagione teatrale invernale e alle nostre produzioni, quindi alle prove. Abbiamo fatto delle ipotesi di ripresa ma tutto è legato alle regole e ai tempi che regolamenteranno le riaperture.
4) Come pensi che le istituzioni (Stato, Regione, Comune) dovrebbero agire in questa fase?
Lo Stato in questo momento sta facendo la sua parte con i vari decreti messi in campo. La Regione Liguria dovrebbe fare molto di più di quello che sta facendo, per ora si è limitata a dare credito alle Imprese culturali sotto forma di prestiti, e io non credo che li abbiano richiesti in molti. Per rimettersi in piedi il comparto ligure della cultura ha necessità di contributi a fondo perduto: il periodo di crisi sarà molto lungo e, se non saremo sostenuti, ci saranno molte realtà che non riusciranno a sopravvivere. Lo stesso discorso vale per i Comuni nei cui territori operano le varie imprese culturali. È purtroppo difficile far capire agli Enti locali, e non solo a loro, che la Cultura genera reddito e PIL e che, quindi, va trattata come gli altri settori produttivi.
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