Il nostro novembre si apre nelle piazze acciottolate di Mantova. Immergiamo i becchi impavidi nella nebbia della città lombarda in occasione del Segni New Generations Festival. Siamo stati invitati alla diciassettesima edizione di questo evento internazionale focalizzato sul teatro ragazzi, che è si è svolto dal 29 ottobre al 06 novembre 2022. Laboratori, spettacoli, installazioni e masterclass si sono succedute in una programmazione che ha permesso ai suoi giovani spettatori di partecipare a spazi di dibattito e di confrontarsi con compagnie, operatori e critici. Una menzione d'onore meriterebbe, infatti, il TEEN Project con cui l'associazione Segni D'Infanzia porta avanti dal 2016 un programma di coinvolgimento attivo degli adolescenti nell’esperienza teatrale. Lo fa attraverso una rete europea che vede coinvolti anche Cultuurcentrum Hasselt (Belgio), Dialogue – The Community Performance Network (Inghilterra), “la Caixa’’ Foundation (Spagna), Scenekunstbruk (Norvegia), e Teatercentrum (Danimarca). Protagonisti sono giovani fra i 13 e i 19 anni, che, attraverso i format TEEN Kitchen Table e Spunti(ni) critici, imparano a maturare un proprio sguardo sul teatro e si fanno ambasciatori di dubbi, domande e istanze da porre a compagnie, attori, attrici e perfomer.
Quando arriviamo a Mantova, la città è invasa da immagini di formiche. In piazza Leon Battista Alberti c'è persino una scultura: non riusciamo a scattarci un selfie insieme, ma vediamo molti fermarsi per fare una foto. Questo piccolo insetto sociale è stato scelto come simbolo dell'evento per la sua spiccata abilità progettuale e organizzativa. La formica non rispecchia soltanto il calibrato sistema organizzativo di Segni ma anche la scelta di Cristina Cazzola, direttrice artistica del festival, di ampliare in quest'ultima edizione il numero di spettacoli tout public e trasformare la città dei Gonzaga (ma anche di Mantegna, Giulio Romano e Leon Battista Alberti) in un formicaio brulicante di artisti, ragazzi, bambini e addetti ai lavori che quotidianamente si stipano in piccoli e grandi spazi, non strettamente teatrali. Migriamo a Segni New Generations Festival per un paio di giorni, dal 2 al 4 novembre, partecipando anche a un paio di Spunti(ni) critici con i TEEN ambassadors. Raccontiamo la prima giornata attraverso le parole e le emoticOca scelte da Francesca Picci.
Paloma, ballata controtempo
Dicono che una maschera del teatro sia passata a fine spettacolo a distribuire fazzoletti di carta agli adulti commossi che ancora indugiavano in sala.
Io ne ho chiesto uno alla mia vicina già a metà spettacolo.
Paloma è la storia di una vita attraversata dall’amore e, sopra ogni cosa, dall’amore per la vita. Paloma è una marionetta ibrida, una simpatica vecchina meravigliosamente animata da un’attrice, Michela Marazzi, che la indossa prestandole corpo e voce in maniera delicata, in una qualità di relazione e presenza preziose, sempre sapientemente dosate.
Dicono che prima di morire si rivivano alcuni momenti della vita e Paloma, giunta all’appuntamento finale, li rievoca davanti a noi. Sono ricordi e mi sorprendo a pensare quanto teatro ci sia in un ricordo e quanto il teatro sia un ricordare: la memoria seleziona, sceglie, condensa il tempo, si attiva attraverso gesti, azioni, oggetti, immagini. Una fotografia, una mano che impasta, una musica. Il ricordo muove qualcosa di interno e lo riporta a noi in superficie.
“Perché cantano in straniero?” Chiede sottovoce una bambina al suo adulto accompagnatore. “Per portarci ancora più lontano”, le viene sussurrato in risposta.
La drammaturgia dello spettacolo è una partitura musicale, evocativa e poetica, fatta di suoni, canzoni spagnole, parole accennate, affidata totalmente alla voce di Michela Marazzi e alla fisarmonica di Rocco Nigro.
Quando tutto finisce e Paloma esce di scena, rimane nell’aria come un’eco malinconica e dolce di amore per la vita, mentre i nostri ricordi si mescolano ai suoi.
E sì, possiamo dirlo e con una certa gratitudine, perdersi in questa ballata controtempo è stato bellissimo.
Arcipelago
Arcipelago è un’installazione formata da tante piccole tende illuminate, come punti luminosi di un disegno più ampio, tra le quali il pubblico è libero di muoversi e con le quali può interagire. Ogni tenda custodisce una richiesta: una piccola azione, un disegno, un gesto, un pensiero.
Lo spettatore sceglie cosa fare o non fare, gestisce il proprio tempo, partecipa, si ritrae, indugia, passa oltre, torna indietro. Ogni volta un nuovo incontro con sé e sempre la possibilità di lasciare che qualcosa accada. È bellissimo giocare con le isole di arcipelago, ma, se mai le incontrerete - e noi speriamo di sì – provate anche a sostare ai bordi, a osservare dall’esterno: vedrete bambini e adulti nuovamente bambini aggirarsi curiosi e rapiti tra i punti luminosi di una misteriosa costellazione, performer inconsapevoli di atti di poesia. Consigliato per i bambini di tutte le età.
Fritt Fram
Il gioco, si sa, è affar serio e i bambini, che ben lo sanno, accettano e pretendono questa serietà.
In scena due attrici e un attore, i corpi flessibili prestati alle possibilità del gioco, un gioco infantile, puro, che coinvolge, che può annoiare, che ha regole e leggi.
Per lasciarsi leggere come bambini i tre attori si affidano unicamente alla qualità dei loro corpi e alla voglia di giocare: non mollano, immaginano e vivono, si annoiano, cadono, si rialzano e ricominciano da capo. Corpi per i quali tutto è possibile, cadere, saltare, rotolarsi, lottare, senza che nessuno si faccia male.
La scenografia è semplice: il pubblico è disposto circolarmente su gradinate intorno a uno spazio centrale, dove trovano posto semplici rettangoli di legno e gessetti colorati. L’atmosfera è intima.
Straordinario il momento finale: il pubblico è invitato a giocare e lo spettacolo si apre alla gioia del fare, alla comunità, in nuove infinite possibilità.
Non partecipo, osservo da fuori, mi emoziono, penso e, lasciando la sala, mi torna alla mente il racconto di Dino Buzzati Il borghese stregato, e mi chiedo se io ancora saprei giocare così e morire solo per finta.
Click!
L’idea è quella – ci pare – di andare all’orgine dell’atto artistico, del segno di matita che delinea un mondo. Può essere la mia cameretta, una nuvola, un oggetto, può essere un’emozione, una rabbia o una gioia. Ci sarà sempre un qualcosa da disegnare e un perché che mi porta a farlo: da la Cueva de las Manos (Rio Pinturas), fino ai graffiti nelle città, passando da Van Gogh a Manet a Magritte, modi diversi di rappresentare la realtà esterna e ciò che ci abita.
La scenografia è semplice: un telo bianco, una sedia, tre abajour; tutto lo spettacolo è affidato alle videoproiezioni, una carrellata di immagini attraverso le quali siamo condotti dall’attrice in scena. Un gioco di rimandi tra realtà, proiezioni e segno artistico dalle interessanti potenzialità, che però spesso rimane un passo indietro, a livello di mero esercizio di stile.
Paloma, ballata controtempo
da un’idea di Michela Marrazzi
con Michela Marrazzi e Rocco Nigro
musica Mattia Manco / Rocco Nigro
drammaturgia e regia Tonio De Nitto
cura dell’animazione Nadia Milani
puppet Michela Marrazzi
elementi di scena Simone Tafuro
costumi Lilian Indraccolo
produzione Factory compagnia transadriatica e Teatro Koi
Foto di Gabriele Albergo
Arcipelago
(installazione teatrale)
a cura di Angelo Facchetti e Francesca Franzè Scenografia realizzata da Giuseppe Luzzi Ambientazioni sonore Alessandro Calabrese. Scenotecnica Alessandro Calabrese e Asnesio Bosnic Sarta Laura Montefusco
Progetto realizzato con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese
Produzione Teatro Telaio
Foto di Nicola Malaguti
Frit Framm
di KompaniTO e Mikael Kristiansen
Con Tamar Ohana Goksøyr, Mari Dahl Stoknes e Mikael Kristiansen
Musica Jonathan Krogh
Click!
della compagnia Skappa! & associés
Con Marie Salem
Testo e regia Paolo Cardona, Marie Salemi
Musiche Fabrizio Cenci
Animazioni Olivia Molnar
Costumi Thérése Angebault
Spettacolo programmato con il sostegno di Institut Français Italia
Foto di Nicola Malaguti
Foto di copertina dell'articolo di Pawan Wettasinghe
EmoticOca a cura di Michela Fabbri - Illustrini
Legenda emoticOca
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