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  • Claudia Burzoni

«Queste cose non avvennero mai, ma sono sempre» | Festival di Teatro Antico di Veleia 2024

Ifigenia in Aulide – Un miracolo scandaloso di Fausto Russo Alesi


«Stavano fermi, con gli sguardi a terra, gli Atridi e tutto l’esercito acheo. Prese in mano la spada il sacerdote e pregò. Poi rivolse l’occhio al collo, cercando il punto in cui vibrare il colpo. […] Ma d’improvviso si poté vedere un prodigio. Ciascuno udì ben chiaro il rumore del colpo, ma la vergine nessuno vide dove cadde a terra. […]: al suolo c’era una cerva palpitante, […]. Calcante allora disse tutto lieto: “Signori dell’esercito acheo, vedete questo sacrificio, l’offerta che la stessa dea sull’ara ha messa, questa cerva montanina? La gradisce ben più della fanciulla: non vuole che l’altare si contamini di quel nobile sangue […]”. Imprevedibili sono le azioni degli dèi per gli uomini e salvano chi loro è caro. Il giorno d’oggi ha visto tua figlia morta e viva.»

Euripide, Ifigenia in Aulide


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Foto di Gianfranco Negri

Nel corso dell’edizione 2024 del Festival di Teatro Antico di Veleia, l’attore e regista Fausto Russo Alesi mette in scena, in prima nazionale, tutte le contraddizioni e le sfaccettature del suo Ifigenia in Aulide – Un miracolo scandaloso, facendosi “Maestro” di Bottega XNL – Fare Teatro di Piacenza, un intenso e meraviglioso progetto voluto da Paola Pedrazzini, direttrice artistica del Festival, a cui, da due anni, giovani attori e attrici da tutta Italia possono prendere parte, sotto la guida di grandi maestri del teatro italiano (Bottega XNL - 2023)


La scelta di Alesi è caduta su una rappresentazione circolare: è lo spettatore, dunque, a scegliere su quale personaggio soffermarsi maggiormente. I costumi, creazioni del premio Ubu Emanuela Dall’Aglio, rimandano a un tempo non definito: sono interscambiali, adattabili anche alla contemporaneità, suggerendo – come sottolineato dallo stesso Alesi- l’idea che, il sacrificio di Ifigenia e la guerra che lo seguì sono esattamente specchio di tante situazioni terribili del nostro presente. 

L’adattamento della drammaturga Letizia Russo e di Alesi dà maggiore enfasi e profondità a personaggi che, nell’originale, sono relegati a margine: Odisseo e Clitemnestra. Nell’immaginato futuro post-guerra di Troia, saranno loro i motori implacabili dei cosiddetti Νόστοι (Nostoi, “Ritorni”), i viaggi degli achei per tornare in patria.


Odisseo, che con il suo monologo apre la tragedia di Alesi, si palesa per com’è realmente: un freddo e ambizioso calcolatore, con un’intelligenza evidentemente superiore a quella dei suoi simili ma sfruttata per i propri turpi guadagni. Clitemnestra, invece, in maniera molto più esplicita che nell’opera euripidea, annuncia la propria vendetta nei confronti di Agamennone, intimandogli di non tornare una volta finita la guerra perché, anche se dovessero trascorrere cento anni, lei lo aspetterà per ucciderlo. 

Sono state due caratterizzazioni tra le più affascinanti e ben costruite a cui abbia avuto il piacere di assistere, nel mondo del teatro – e anche in quello cinematografico, dove funzionerebbero con altrettanta potenza.


Allo stesso periodo in cui Euripide il giovane, figlio del defunto padre, porta in scena Ifigenia in Aulide, si fa coincidere una prima stesura del libro della Genesi (tra VI e V secolo a.C.), in cui si trova la vicenda di Abramo e del figlio Isacco:


«“Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami […] e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò”. […] Stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: […] “Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito”. Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. […] “io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; […]”»

Genesi 22, 2-17


Sebbene i due episodi, quello biblico e quello mitologico, possano apparire coincidenti a livello puramente letterario –contaminazioni ed emulazioni erano pratica comune- trasmettono due messaggi che non lo sono. Il sacrificio di Isacco è il “pretesto” per dimostrare la forza della fede di Abramo, che non esita e si affida totalmente al proprio dio sapendo, nel profondo, che non possa trattarsi di una richiesta vana, seppur dolorosa. Nel caso di Agamennone, la situazione è ribaltata: il salvataggio di Ifigenia – anche se sempre di una morte si tratta, addirittura di natura anticipatamente cristiana – non è una ricompensa verso il padre, bensì per la ragazza stessa. Agamennone incarna un classico esempio di viltà, di metabolé negativa e «Le alternative nascono da una mal dominata complessità, dall’insorgere di voci di volta in volta sepolte, l’ambizione contro il senso morale, la spietatezza contro la vergogna, la compassione contro l’interesse, il coraggio contro il pudore» (F.M. Pontani, nota alla traduzione di Ifigenia in Àulide, Newton Compton Editori, 2013). 


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Foto di Gianfranco Negri

Il paragone tra la vicenda di Abramo e quella del comandante acheo serve a sottolineare due elementi fondamentali, che traspaiono anche dall’adattamento di Russo: in primo luogo, Abramo non si lascia influenzare, esistono solo lui e dio, prende una decisione e la persegue fino in fondo; Agamennone, al contrario, cambia idea continuamente, soprattutto perché teme il giudizio dei suoi soldati, dei suoi consiglieri e del fratello Menelao: non è né un innocente né una vittima; in secondo luogo, il gesto finale – la sostituzione del figlio e della figlia con un animale da parte della divinità – ha un’accezione diametralmente opposta: se Dio dona ad Abramo un ariete anche Artemide fa apparire una cerva come dono, ma a Ifigenia. Agamennone resta un personaggio “in difetto”, che scompare difronte ai compagni, a Clitemnestra e a alla figlia. È l’emblema di chi, in silenzio, assiste, ma è anche complice, di disastri.


Date le condizioni meteo avverse, quasi come in Aulide, il giorno in cui ho assistito alla replica, lo spettacolo è stato spostato nelle sale prova di XNL, dove tutto è stato concepito. Non è stato possibile vedere il disegno luci e la cornice non era quella di Veleia, ma il lavoro messo in scena è andato oltre ogni mia più rosea aspettativa. In un’opera scritta più di duemila anni fa ho respirato l’attenzione verso il presente e la cura verso il teatro, per renderlo sempre più vivo, accattivante, impegnato. Gli attori e le attrici hanno mantenuta alta la tensione per due ore e mezza, una durata considerevole che, però, non ha intaccato né loro né gli spettatori, dando prova di una professionalità e di un amore maturi e pronti a generare tanto altro.

Ifigenia in Aulide – Un miracolo scandaloso vorrei tanto rivederlo a Veleia, tra le antiche pietre. 

E altrove. 


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Foto di Gianfranco Negri

Quando gli dèi erano tanti di Marco Baliani – Dedicato alle scritture di Roberto Calasso


Un sistema linfatico, filamenti che si propagano per l’intero organismo, fino alle più piccole estremità, a cui si legano vasi arteriosi, vene blu, i finissimi capillari; nulla può essere reciso e tutto comunica, si amalgama, fornendo e registrando informazioni per far sopravvivere il corpo in cui si annidano e annodano. Ogni ghiandola, ogni organo, ogni apparato può essere l’inizio, ma anche la fine in cui convergono le miriadi di fibre; perché tutto respira, vive, fa nascere e uccide, influenza l’interno e l’esterno, dà un senso a tutto e rivela misteri inspiegabili. 

È il corpus mitico dell’antichità. 


Marco Baliani, questa volta nelle vesti di solo attore, torna a Veleia presentando, in prima nazionale, il suo ultimo lavoro, Quando gli dèi erano tanti, ispirato principalmente a Le nozze di Cadmo e Armonia di Roberto Calasso.

Baliani, nella forma di cui è celebre protagonista, il teatro di narrazione, prova a rendere manifesto  questo complesso e affascinante intrigo che è la mitologia classica, unendole riflessioni e aneddoti personali. Un lavoro in fieri, come sottolinea lo stesso Baliani, appagante e sfiancante allo stesso tempo e le cui difficoltà sono emerse anche durante la performance poichè non è facile sintetizzare una quantità potenzialmente infinita di racconti mitici e, in aggiunta, ampliarne la capacità con riflessioni sul presente.  

Quando ci si approccia alla mitologia che non ha subìto un fissaggio testuale il rischio maggiore è il lasciarsi tentare dalle continue porte che si spalancano già solo con la comparsa di un singolo personaggio, senza perseguire saldamente una direzione ben precisa. Questa, però, è anche la connotazione più seducente, poiché trasmette pulsione, voglia di conoscere e far conoscere per poi arrivare a unire tutti i tasselli. 


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Foto di Gianfranco Negri

Quando gli dèi erano tanti si contrappone alla venuta del monoteismo delle cosiddette tre religioni del libro che, nel corso dei secoli, ha stabilizzato il proprio primato nella cultura occidentale. Con la scrittura, gli dèi hanno smesso di essere moltiplicati e, sempre secondo una riflessione dello stesso Baliani, hanno perso sia in panteismo che in animismo - semplificando ed estremizzando- rendendo sempre più fievole quel rapporto di divino rispetto dell’uomo nei confronti della natura. 


Cadmo, che aveva ricevuto in dono l’alfabeto, può incarnare un ossimoro: grazie a lui, le cose che prima «non avvennero mai» sono diventate «sempre», garantendone la sopravvivenza; allo stesso modo, ha condannato a morte gli stessi dèi, bloccandone l’evoluzione.


La scrittura, non più figlia dell’hic et nunc, si è palesata come un male necessario.




Crediti

Ifigenia in Aulide - Un miracolo scandaloso di Fausto Russo Alesi visto presso Bottega XNL Piacenza il 23 giugno 2024


da Euripide

traduzione di Letizia Russo

adattamento di Letizia Russo e Fausto Russo Alesi

regia e progetto scenico Fausto Russo Alesi

costumi Emanuela DAll'Aglio

disegno luci Max Mugnai

assistente alla regia Davide Gasparro

consulenza movimenti del coro Alessio Maria Romano

musiche Fausto Russo Alesi con il contributo di composizione degli interventi originali di Giovanni Vitaletti e la consulenza di Roberta Faiolo

con (i.o.a.) Giulia Acquasana, Salvatore Alfano, Chiara Alonzo, Giuseppe Benvegna, Simone Di Meglio, Jacopo Dragonetti, Marita Fossat, Sara Fulgoni, Elisa Grilli, Alessio Iwasa, Pietro Lancello, Carlotta Mangione, Ilaria Martinelli, Michele Marullo, Irene Mori, Elena Orsini Baroni, Giovanni Raso, Giorgio Ronco, Arianna Serrao, Chiara Terigi, Riccardo Francesco Vicardi, Mattia Zavarise

spettacolo realizzato nell'ambito del progetto speciale Bottega XNL-Fare Teatro

ideato e diretto da Paola Pedrazzini

produzione Fondazione di Piacenza e Vigevano e Festival di Teatro Antico di Veleia



Quando gli dèi erano tanti - Dedicato alle scritture di Roberto Calasso di Marco Baliani visto presso Bottega XNL Piacenza il 25 giugno 2024


di e con Marco Baliani

regia Maria Maglietta

produzione Casa degli Alfieri



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