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Eva Olcese

Bad Lambs | Agnelli ribelli


una scena di Bad Lambs

Balletto Civile continua ad animare le sale del Teatro della Tosse nell'ambito del progetto La parola che danza, alla costante di ricerca di un teatro che unisca alla performance attoriale la danza e il canto.

Bad Lambs, secondo spettacolo della rassegna, è nato su una proposta di danza inclusiva del Festival Oriente Occidente, accolta di buon grado dall’ideatrice, regista e coreografa Michela Lucenti che ha unito al solito ensemble un nucleo di danzatori diversamente abili. A portare in scena questo spettacolo di una quotidianità tragicomica - lontana dai toni mitici, poetici e metateatrali prediletti in Maestro e Margherita, Orfeo Rave e Killing Desdemona, e più affine a temi civili già affrontati in Pizzeria Anarchia - sono infatti un gruppo eterogeneo di freak, che si fa chiamare “Circolo dei poeti scapestrati e maledetti”.

L'atmosfera che si trova davanti il forestiero Maurizio Camilli, detentore unico dell'ironia sul palco, è quella di Breakfast Club: un gregge di eterni adolescenti che avanza fra goffaggine e sofferenza, alla ricerca delle proprie parti mancanti. L'occasione del raduno è la commemorazione dell'amico Emilio Vacca, morto in un incidente stradale da cui gli altri passeggeri si sono salvati ma non sono di certo rimasti illesi: Giacomo Curti era già in carrozzella, ma Aristide Rontini ha perso un arto e Giuseppe Comuniello la vista. In una situazione estremamente onirica e surreale, resa attraverso la cinematografia di Giorgina Pi/Bluemotion, dalla fisicità ammaliante di Natalia Vallebona e dalla presenza alienante di Ambra Chiarello - nel ruolo a tratti stereotipato dell'infermiera che trucca, sposta i personaggi e scandisce il tempo -, Bad Lambs indaga sull’elaborazione del lutto e sulle reazioni umane a perdite e trasformazioni.

La sedia di Emilio viene illuminata sul lato sinistro del palco ed è come se creasse, oltre a uno spazio fisico ulteriore, anche una dimensione parallela, rendendo possibile la narrazione della morte in prima persona dalla voce dello stesso fantasma: un fratello che urla e si dimena, ma non viene più sentito. Michela Lucenti, nei panni della sorella, non solo ci regala l'ennesima performance a tutto tondo alternando musica pop a brani classici fino a pezzi neomelodici, ma riesce anche a ottenere uno spettacolo che unisce le nozioni di teatro "povero" di Jerzy Grotowski e di teatro danza di Pina Bausch ai movimenti spasmodici della danza butoh. Tuttavia l'aspetto che più colpisce e rimane impresso di Bad Lambs è il confine labile tra realtà e finzione, tra messinscena teatrale ed esperienza umana: l'incidente è il pretesto della narrazione, ma le disabilitá dei protagonisti sono reali così come i nomi degli attori usati in scena.

Elementi di pregio: la scelta dell’ensemble, la varietà dei brani musicali, il confine labile tra realtà e finzione.

Limiti: l'atmosfera onirica e surreale che trasmette allo spettatore una certa vaghezza nei confronti della direzione dello spettacolo.

ideazione, coreografia e regia: Michela Lucenti

drammaturgia: Carlo Galiero assistente alla creazione: Maurizio Camilli assistente alla coreografia: Giulia Spattini cinematografia: Giorgina Pi/Bluemotion Con i danzatori: Maurizio Camilli, Giacomo Curti, Ambra Chiarello, Giuseppe Comuniello, Michela Lucenti, Aristide Rontini, Emilio Vacca, Natalia Vallebona, Simone Zambelli disegno luci: Stefano Mazzanti costumi: Chiara Defant una coproduzione Festival Oriente Occidente, Balletto Civile, Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, FuoriLuogo/Centro Dialma Ruggiero con il sostegno del MIBACT

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oca, oche, critica teatrale
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