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Salveremo il mondo prima dell’alba | se andare in clinica fa chic in questo caso le nevrosi si curano su una navetta spaziale, space-chic

Mirko Gragnato
Salveremo il mondo prima dell’alba_Manuela Giusto

Nonostante la concomitanza della data a Verona con la settimana “santa” del Festival di Sanremo, la rassegna “L’altro Teatro” del Teatro Camploy, che cerca di aprire una finestra più contemporanea nel panorama cittadino, ottiene un ottimo riscontro di pubblico con l’ultima drammaturgia di Gabriele Di Luca.

La compagnia Carrozzeria Orfeo, sempre in bilico tra ironia e dramma, con Salveremo il mondo prima dell’alba ci regala uno spettacolo potente e riflessivo. La pièce affronta temi urgenti e universali attraverso una scrittura vivace e pungente, rivela una società – la nostra – sempre più disorientata, consumata da un individualismo esasperato e da una crescente indifferenza verso le sfide globali. Lo spettacolo si sviluppa intorno a cinque personaggi, espressione dei più ricchi del mondo, che partecipano a un programma di psicoterapia in una spa esclusiva su una navetta spaziale con vista sul pianeta azzurro; dietro la superficie di questa terapia da ricchi si nasconde una critica feroce alla società contemporanea. Il vero fulcro del racconto è il tema della rivalsa sociale, lo incarna uno dei personaggi più affascinanti: un servitore indù, uno tra venti fratelli, che arriva dal Terzo Mondo e diventa il simbolo della speranza e della redenzione. La sua storia si intreccia con la scoperta di una specie animale ritenuta estinta, avvenuta grazie al telescopio della navetta spaziale, e con il suo stupore davanti alla bellezza della natura, il quale emerge come un'ironia rispetto all’aridità morale del contesto in cui si trova.

In un contrasto evidente, il ricco padrone del povero servitore è un produttore mondiale di fake news, personaggio senza scrupoli, impegnato a manipolare la verità e a perpetuare l'inganno a livello globale. Questo scontro tra il servitore, che vede la realtà con occhi puri e pieni di speranza, e il suo datore di lavoro, un uomo inaridito dalla ricerca di potere e denaro, diventa il cuore pulsante della riflessione dello spettacolo.


Tutto lo spettacolo si muove attorno a una dimensione anti "woke" e a un mondo degli affari governato da businessmen senza scrupoli e da personaggi viziati, che vivono in una realtà fatta solo di "prendere", senza mai "dare". La rappresentazione di questi personaggi, presi dalla propria solitudine e vanità, è un’analisi crudele ma al tempo stesso comica della società agiata e spesso insensibile. 

La satira è pungente e lo spettacolo coglie con grande ironia quanto di grottesco esista nel mondo contemporaneo. Lo humor, a tratti amaro e paradossale, conquista il pubblico, che non può fare a meno di riconoscersi nei clichè di una classe privilegiata, incapace di confrontarsi con le reali necessità del mondo. Come se ci trovassimo di fronte a uno specchio che ci rimanda un’immagine scomoda, ma realissima di noi stessi, la risata che ne scaturisce è tanto liberatoria quanto inquietante.

Le interpretazioni degli attori riescono a dar vita con grande intensità ai loro personaggi. Alice Giroldini nel ruolo di Jasmine è convincente nel suo essere un'artista un po’ sopra le righe, alle prese con problemi di relazione con un ex, travolta dai paparazzi. La sua performance incarna perfettamente il mix di fragilità e vanità della sua figura.


lveremo il mondo prima dell’alba_Manuela Giusto

La carrellata dei personaggi e delle loro nevrosi ci presenta dapprima la coppia gay Omar, spregevole imprenditore ma nella vita di coppia tenero e sensibile, e Patrizio, emanazione diretta di mondanità anestetizzata dagli eventi e dal jet set compulsivo, interpretati rispettivamente da Sergio Romano e Roberto Serpi; la coppia crea una dinamica esilarante che ricorda il comico duo alla Casa Vianello. I due attori riescono a dar vita a una buffa accoppiata, sempre in disaccordo ma anche inevitabilmente affiatata, che arricchisce lo spettacolo con leggerezza e divertimento.

Il coach-psicoterapeuta interpretato da Massimiliano Setti è scanzonato e mette in scena un personaggio che potrebbe essere rappresentazione del tipico HR di una grande azienda intento alle attività di team building: una persona senza alcuna reale empatia, completamente focalizzata sugli obiettivi aziendali e costantemente distante dalle emozioni e dalle necessità degli altri anche se dà la parvenza di preoccuparsene. La sua interpretazione è perfetta per il tono cinico dello spettacolo.

Ivan Zerbinati è convincente nel ruolo di William, uno spregevole costruttore di fake news al servizio del miglior offerente; personaggio odioso ma incredibilmente attuale, che incarna i peggiori vizi di una società ormai dominata dall’inganno e dalla manipolazione.

Ma la vera perla dello spettacolo è l'interpretazione di Sebastiano Bronzato che, nel ruolo di Nat - il servitore ci regala, la performance più commovente e autentica, riuscendo a calarsi nei panni dell’immigrato indiano con una naturalezza incredibile. Con il suo accento, gli strafalcioni linguistici e il tono di voce, Bronzato riesce a rendere il suo personaggio genuino e toccante, al punto che ci si dimentica dell’attore. Un'interpretazione davvero speciale.


In conclusione, Salveremo il mondo prima dell’alba è un’opera che non teme di affrontare la realtà con lucidità e irriverenza, mescolando filosofia, comicità e dramma. La compagnia Carrozzeria Orfeo, con la sua tipica verve, ci invita a guardare il mondo con occhi più critici, senza mai rinunciare alla forza del teatro come specchio del nostro tempo.


lveremo il mondo prima dell’alba_Manuela Giusto

Elementi di pregio: Lo spettacolo si distingue per la capacità di affrontare tematiche attuali con ironia e profondità. La scrittura è vivace ed efficace. I personaggi, pur grotteschi, sono incisivi e ben caratterizzati, con la figura del servitore indù che spicca come simbolo di speranza e redenzione. La satira è pungente, capace di suscitare risate amare e un senso di inquietudine."Salveremo il mondo prima dell’alba" è un’opera intensa e coinvolgente, capace di intrattenere e far pensare con uno sguardo critico sulla società contemporanea.


Limiti: Alcuni personaggi risultano eccessivamente caricaturali, rischiando di appiattire la profondità del messaggio. L’umorismo basato su riferimenti satirici molto puntuali potrebbe non essere accessibile a tutti. Inoltre, alcune dinamiche narrative sono prevedibili e l’alternanza tra ironia e dramma talvolta spezza il ritmo. Il finale aperto stimola la riflessione, ma potrebbe lasciare insoddisfatti alcuni spettatori.


Visto il 13/02/2025 a Verona, al Teatro Camploy

Uno spettacolo di CARROZZERIA ORFEO

Drammaturgia Gabriele Di Luca

Con (in o.a.)

Sebastiano Bronzato – Nat

Alice Giroldini – Jasmine

Sergio Romano – Omar

Roberto Serpi – Patrizio

Massimiliano Setti – Coach

Ivan Zerbinati – William

Regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi

Assistente alla regia Matteo Berardinelli

Consulenza filosofica Andrea Colamedici – TLON

Musiche originali Massimiliano Setti

Scenografia e luci Lucio Diana

Costumi Stefania Cempini

Direzione tecnica Alice Mollica e Andrea Gagliotta

Tecnico elettricista Ermanno Marini

Creazioni video Igor Biddau

Foto di scena Manuela Giusto

Con la partecipazione video di Elsa Bossi, Sofia Ferrari e Nicoletta Ramorino

Illustrazione locandina Federico Bassi e Giacomo Trivellini

Organizzazione Luisa Supino e Francesco Pietrella

Una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini

in collaborazione con Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale”


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