Una volta Cesare Pavese scrisse: “Tu sarai amato i giorno in cui potrai mostrare la tua debolezza senza che l’altro se ne serva per affermare la sua forza”. Untold di UnterWasser è tutto racchiuso qui, nella vulnerabilità dell’essere, nel mostrarsi senza che l’altro se ne approfitti. Nella semioscurità di un palcoscenico, Valeria Bianchi, Aurora Buzzetti e Giulia De Canio attraversano le zone d’ombra di un’esistenza non sempre troppo facile: la solitudine della vita contemporanea, concitata; l’osservazione e la percezione di sé, ingombrante, distorta; il binomio detto-non detto, a volte soffocante.
Debuttato nel 2020 alla Biennale Teatro di Venezia, Untold viene fatto rivivere in tutt’altra cornice, non solo scenica, ma anche e soprattutto sociale: il Teatro Biblioteca Quarticciolo, un luogo che è conversazione aperta, umana. Il Quarticciolo è una borgata romana tra la Palmiro Togliatti e la Prenestina, a quattro miglia da Porta Maggiore. Un quartiere spesso dimenticato dall’istituzione, lasciato ai margini, animato da un gran frastuono tra impalcature di case in ristrutturazione, praticelli incolti e strade ammaccate. Un frastuono di voci e di storia che da sempre lo accompagna, forse la cifra stessa del suo essere al mondo. Il Quarticciolo nasce in epoca fascista, impostato sulla struttura reticolare delle antiche città romane, con edifici visibilmente influenzati dal razionalismo architettonico, fino a diventarne la perfetta negazione, prima centro e poi simbolo di lotta partigiana e resistenza. Il teatro - e biblioteca - prende vita nel 2007, spalancando le proprie porte a un territorio così fortemente caratterizzato, politicizzato.
Di fronte l’ingresso del teatro, un graffito invade il campo visivo: “prendersi cura della borgata”, una sopravvivenza, uno stile di vita, un modo di agire in superficie e in silenzio, un pensiero sensibile che inevitabilmente, o sarebbe meglio dire inconsapevolmente, ci contagia, ci riguarda. Prendersi cura della borgata significa prendersi cura del posto in cui si abita, averne rispetto. Untold ha questa consistenza qua: viaggia nel rimosso, attraversa zone liminali, dà luce alla mente che, da sola, non parlerebbe, sensibilizza crepe e ferite, messaggi e incongruenze che gravano sulla vita di ognuno.
Tre blocchi trasparenti accolgono le tre performer, che rannicchiate, in silenzio, cominciano a giocare con la materialità del teatro, plasmando e ricreando il suo aspetto artigianale. Tanti fili esistenziali vengono proiettati come ombre: piccoli manichini incastrati nel reticolo soffocante della metropoli; altri chiusi nelle proprie abitazioni, in cucina o in salotto; gli edifici della città, i mezzi di trasporto, i passi umani. In un primo momento c’è distanza tra le performer, poi mescolanza, come se il timore di essere toccate dall’ignoto fosse stato messo da parte: da qui si genera la collaborazione tra Bianchi, Buzzetti e De Canio, che si alternano nel creare scenari. Lo spettatore è immerso in un universo visivo che muta continuamente alla velocità straziante della competizione personale e sociale con l’altro, in un sottofondo saturo di rumori urbani, chiacchiericci intermittenti, battiti che si ripetono, armonie musicali.
Sopraffare. Vacillare. Il senso di vertigini nell’abitare tutti i giorni una società-vortice che inghiotte, ferisce, lascia indietro. La botta arriva, forte. Fino alla distensione, fino a respirare di nuovo naturalmente. Accade quando Bianchi, Buzzetti e De Canio ricreano lentamente l’ambientazione del vagone di un treno che sembra viaggiare in una natura incontaminata. Senza tempo, senza meta. Il tappeto sonoro della città lascia spazio alle loro risate, bambinesche, innocue, serene. Il mondo non è più ritratto in bianco e nero, finalmente affiorano i colori tenui di un paesaggio genuino, mentre i loro corpi si appropriano di una pace appena ritrovata.
Elementi di pregio: la delicatezza e l’empatia.
Limiti: Avrei voluto durasse di più.
Untold
Visto a Teatro Biblioteca Quarticciolo, il 3 dicembre 2022.
Ideazione, creazione, performer: Valeria Bianchi, Aurora Buzzetti, Giulia De Canio
Musiche originali: Posho
Luci: Matteo Rubagotti
Sound design: Posho, Jacopo Dell’Abate, Valeria Bianchi, Emanuela Belmonte
Con la collaborazione di: Caterpillar
Produzione: UnterWasser
Produzione esecutiva: Pilar Ternera / NTC
Con il sostegno di: Nuovo Teatro delle Commedie, Straligut Teatro, Officine Caos, Teatro Biblioteca Quarticciolo, Meridiano Zero, Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello - CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro).
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